Il territorio
di Salve presenta un gran numero di masserie. Le masserie, il cui nome di
etimologia celtica deriva dai termini mas
(campagna) ed er (abitazione), hanno rappresentato, per diversi secoli, nel
Salento e nelle Puglie, un fenomeno di grande importanza sia dal punto di
vista economico che da quello culturale e sociale.
Le masserie
sono state essenzialmente delle aziende rurali imperniate sulla pastorizia
e sull’agricoltura. Successivamente, alle costruzioni originarie
(fienili e granai, scuderie e stalle, forni, ecc..) furono affiancate, a
partire dal XVI secolo, delle torri di difesa allo scopo di contrastare il
terribile flagello delle scorrerie dei pirati Turchi ed Algerini nonché i
furti di bestiame.
Nel 1760 si
contavano nel territorio di Salve ben 24 masserie; ai giorni nostri alcune
di queste sono state trasformate in delle residenze estive, altre in
strutture turistiche e ricettive, molte altre
sono in abbandono.
Tutte però, hanno conservato il fascino e le atmosfere
di un tempo e costituiscono pertanto un ricco ed ammirato patrimonio
storico, artistico e culturale. Monumenti che rappresentano un simbolico
baluardo in difesa della cultura e dei valori della tradizione e della
civiltà contadina.
La Masseria
dei Fani
Sorge nelle vicinanze del Canale "Fani" e del sito archeologico della
“Chiusa”, in una posizione dominante sul paesaggio
circostante, ricco di ulivi ed organizzato a terrazzamenti con
muretti a secco.
Il complesso consiste della torre edificata nel
1577 dalla famiglia Gonzaga
di Mantova Conti di Alessano, di corpi di fabbrica ad un solo piano lungo il
perimetro dei cortili per uso di stalle, ovili e fienili, e di
alcuni vani di recente costruzione.
Accessibile al piano terra da uno dei due
cortili, ed al piano superiore in origine probabilmente da una
botola nella volta attraverso una scala a pioli, ora sostituita da
una scala in muratura ricavata nello spessore del vano ad essa
adiacente e quindi dal terrazzo, la torre è caratterizzata da
beccatelli a sostegno del parapetto aggettante del terrazzo
sommitale, e da caditoie, su mensole decorate a difesa delle
finestre e porte; uno stemma gentilizio inoltre sovrasta una
finestra del piano superiore.
I fabbricati della masseria sono molto antichi e sono
stati ripetutamente rimaneggiati.
(Foto:
Serafino)
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Masseria
"San Lasi"
E’
situata nei pressi dell’antica chiesetta di "S. Lasi" da cui
prende il nome, lungo la strada che conduce da Salve alla marina del
Posto Vecchio.
La
torre, di pianta circolare e caratterizzata da un motivo di archetti su
beccatelli a coronamento della parte superiore, fu edificata nel 1577 come testimoniato
dalla data incisa sul parapetto, mentre i fabbricati della masseria,
disposti su due piani, risalgono al XVIII secolo.
Il complesso masserizio consiste di un sistema di
giardini e cortili, al centro dei quali si colloca l'edificio
settecentesco ad uso del massaro, e all'estremità di un recinto la
torre cinquecentesca, probabile vedetta militare dell'entroterra a
supporto delle torri costiere e dei fortilizi urbani.
Una scala a due rampe simmetriche permette
l'accesso ai primi piani dell'edificio e della torre e costituisce
limite del cortile in cui si trova un'ampia cisterna sotterranea con
pozzo sovrastante, coperto probabilmente in origine da un
pergolato.
In
questa bellissima masseria sono stati realizzati dei lavori di restauro utilizzando
materiali, metodi ed arredi di un tempo.
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La Masseria
prima del restauro (Foto:
Roberto Negro) |
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dedicata alla masseria
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L’Aparo
Valentini
E’
situato sulla collina dei “Montani” a poche centinaia di metri
dall’inghiottitoio della “Grotta delle Fate” e ad un tiro di
schioppo dalla Masseria Don Cesare.
Si
tratta di
un'antica struttura utilizzata per l'allevamento delle api, con un
singolare aspetto di piccolo forte e caratterizzata da alte mura con
pietre a secco.
Le
arnie sono tutte scavate in banchi di tufo. Vi si trova anche una
torre colombaria merlata.
(Foto:
Roberto Negro)
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La
struttura, in stato di abbandono, non versa condizioni statiche
ottimali. Dall'alto dei fabbricati è possibile ammirare uno
stupendo panorama del nostro litorale costiero.
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In
primo piano l'Aparo Valentini. A sinistra sullo sfondo la Masseria Don
Cesare
Foto
Serafino
Masseria Ficazzana
Edificata con pietre a secco, la
costruzione centrale presenta tre locali con volta a botte e
caminetto. Accanto al corpo principale erano visibili altri
locali, privi di tetto, adibiti a stalle, caratterizzati da
grandi archi in pietra. La corte interna era ricca di rocce
affioranti alcune delle quali ancora visibili con
l’abbeveratoio per gli uccellini.
La Stanza più antica risale al
XIV sec. e l’intero complesso è databile nel XVI sec.
Caratteristica di Masseria Ficazzana sono gli alti e
possenti muri a secco che delimitavano, rispettivamente, “La
Curte” a servizio delle stanze, e “Lu Ncurtaturu” a servizio
del bestiame.
Abbandonata per lungo tempo, dopo l’acquisto, a partire
dall’anno 2000, sono stati ristrutturati i muri a secco e
l’intera costruzione, rispettando la planimetria originale,
con la sola eliminazione del forno di fattura non salentina.
Attualmente ospita l’Albergo Antica Masseria Ficazzana.
In fase di recupero sono state rinvenuti diversi elementi
caratteristici delle Masserie salentine e sono ben
conservate l’Aia (nella foto in alto a sinistra), “le
lattere” (essiccatori dei fichi) e “li paravienti” (piccoli
ripari dai venti freddi).
Tutto il terreno circostante
ospita una notevole rappresentanza della biodiversità locale
(ad es. ulivi, alberi da frutto, arbusti della macchia
mediterranea, erbe aromatiche, orchidee selvatiche e
vegetazione spontanea). Masseria Ficazzana ha un ricco
vivaio di varietà di fichi, oltre 30, e di pere oltre 15.
Masseria
"Don Cesare"
E’ a
poche centinaia di metri dal mare, nelle vicinanze della litoranea
Gallipoli S.M. di Leuca. Sovrasta quel tratto di litorale costiero
che attualmente viene denominato col termine “la cabina” per via
della presenza di una cabina, costruita verso la fine degli anni
’30, per il controllo della bonifica delle paludi del
comprensorio. Questa masseria infatti, era anticamente conosciuta
col termine “delle Paduli”; ma acquistata verso la metà del
XVII secolo dal nobile siciliano don Cesare de Franchis, venne da
quel momento così chiamata al pari del territorio ricoperto di
macchia mediterranea che la circondava, noto appunto come “macchie
Don Cesare”.
Il
nobile don Cesare de Franchis infatti, si trasferì da Palermo a
Salve dove, nel 1648 sposò la nostra concittadina Lucrezia de
Notaris.
La
masseria doveva consistere di un insediamento rurale precedente alla
costruzione della torre e databile al XIV secolo; di questo oggi
rimangono alcuni vani, in pessimo stato o diruti, e resti dei muri
perimetrali, in pietrame irregolare e terra rossa, del cortile. La
torre del XVI sec., crollata nel novembre del 2003, era rettangolare e si sviluppava su due piani;
era caratterizzata da beccatelli a sostegno del parapetto aggettante del
terrazzo sommitale.
Poco distante dal complesso, sulla cresta
rocciosa della serra, si intravede un pozzo e un'aia in parte
ricavata nella roccia.
La
masseria è storicamente legata ad un atto di valore compiuto verso
la fine dell’ottocento dalla massara Salvatora Buccarello, che
riuscì a trarre in salvo due marinai naufraghi di un bastimento
genovese affondato nei pressi delle nostre rive. Per questo atto di
valore venne conferita alla signora Buccarello una medaglia
d’argento al valor civile.
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La
torre prima del crollo
(Foto:
Roberto Negro) |
Masseria
"Palombara"
Fu
costruita lungo l’antica via Traiana che congiungeva le città
messapiche di Vereto ed Ugento.
Assunse
questo nome da quando i proprietari di un tempo, la famiglia Capece,
fecero costruire un colombaio a ridosso dei caseggiati.
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Oggi
“Masseria Palombara” tipica costruzione di fine ‘800, dopo essere
stata per lungo tempo dimora di contadini e allevatori che qui svolgevano
il loro lavoro, oggi, mantenendo inalterato il suo fascino rustico e
antico, offre ospitalità a quanti vogliono trascorrere una piacevole
vacanza a diretto contatto con la natura grazie alla recente apertura di
un "Bed & Breakfast" Agrituristico.
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Tenuta
Specolizzi
La Tenuta,
interamente recintata, è ubicata sull'omonima collina, nei pressi
della S.P. Presicce-Lido Marini, ad una altitudine di 100 ml sul
livello del mare ed è circondata da olivi, fichi , oleandri,
eucalipti, pini, fichi d'india.
I fabbricati esistenti, un ricovero per gli attrezzi con Torre e una antica stalla a corte dell'800 con fienile ed abbeveratoio centrale, sono stati ristrutturati ed ampliati rispettando i canoni architettonici della tradizione
rurale e trasformati in struttura ricettiva agrituristica. |
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Masseria
"de li Scafàzzi"
E’
conosciuta anche con il termine di Masseria “Simone”, in quanto proprietà degli eredi dell’indimenticabile don Aldo Simone, il padre
della storiografia salvese.
La
struttura, che si presenta in buone condizioni statiche, è stata
realizzata in tre diverse epoche.
La torre, a base quadrata, situata sul
lato ovest della masseria, fu realizzata nel XVI secolo in difesa degli
attacchi dei turchi. Attraverso una scala a pioli ed una botola si
accedeva sul parapetto dal quale, attraverso delle feritoie ancora oggi
ben visibili, si faceva fuoco contro i pirati.
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Alcuni fabbricati rurali
vennero costruiti più tardi, mentre le ultime modifiche furono
effettuate, dal Simone, nella prima metà del novecento.
Questa
masseria è passata alla storia anche per un evento miracoloso che si
verificò nel 1615, quando proprietaria della masseria era la famiglia
Stasi. L’episodio è citato dal Tasselli ed è stato riportato dal
Simone. Il 12 luglio di quell’anno, venne ritrovata nella masseria una
immagine della Madonna di Leuca. Sentite le grida di stupore suscitate dal
ritrovamento, un giovane cieco di Giuliano, Angelo Damiano, che faceva
parte della famiglia dell’ammassaro, invocò la Madonna di fargli
riavere la vista.
Più tardi, quando sentirono gridare e piangere:
“Vedo! Vedo!”, tutti si resero conto che la Madonna aveva compiuto il
miracolo che il giovane cieco aveva tanto desiderato.
(Foto:
Roberto Negro)
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Masseria
"Prufìchi"
Si
trova sull'omonima collina, raggiungibile, dalla via "delli
Spriculizzi", per mezzo di una strada sterrata.
La
Masseria, che sorge nei pressi dell'insediamento di Spigolizzi, e
della leggendaria cittadella messapica di Cassandra, versa in uno
stato di rovina ed abbandono.
(Foto:
Roberto Negro)
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Masseria
"de lu Purginu" (o Borgin)
Situata
sulla collina che sovrasta l’abitato della marina di Pescoluse, la
masseria, con la sua torre cinquecentesca a base quadrata, domina
tutto il paesaggio sottostante, dalla Torre di Morciano sino alla
marina di Torre Pali.
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Consiste
di una torre, primo nucleo dell'insediamento, di due cortili e di
vari corpi di fabbrica ad uso di stalla, ovile e pollaio, aggiunti
in epoche successive. La torre, di notevole altezza, domina l'intero
complesso ed il suo intorno; il piano terra è accessibile
direttamente dal cortile, mentre il piano superiore, in origine
raggiungibile da una scala a pioli attraverso la botola nella volta,
è attualmente collegata con una scala in muratura costruita
successivamente. Una cornice aggettante su beccatelli corona il
parapetto del terrazzo sommitale; qui caditoie, poste in asse a
porte o finestre, difendevano la torre da eventuali attacchi.
A nord
del complesso, in corrispondenza della zona più ventilata, si
collocano due aie, una delle quali parzialmente scavata nella
roccia.
Attualmente
la masseria, conosciuta anche con i nomi “delle Pescoluse” o “Borgin”,
è in ottime condizioni in quanto e stata oggetto di un intervento di
recupero e ristrutturazione.
(Foto:
Roberto Negro)
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