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Tutela delle risorse naturali costiere

 

Altro strumento fondamentale nella pianificazione regionale sul piano della tutela dei beni paesaggistici  ambientali e delle coste è il PUTT/P (Piano Urbanistico Territoriale Tematico). Nella sua articolazione esso prevede da parte dei comuni l’adeguamento della pianificazione locale  attraverso la perimetrazione dei territori costruiti esenti dal regime della tutele e degli ambiti territoriali distinti.

Il Piano Comunale delle Coste  approvato dalla regione nelle linee generali nel giugno 2006 cerca di arginare la mancanza di pianificazione strategica in grado di conciliare la tutela ambientale con la valorizzazione e la fruizione delle risorse naturali. Si è riaffermato il principio del demanio costiero quale bene comune da rispettare e da condividere. Il locale circolo di Legambiente Salve ha più volte sollevato questioni sulla gestione della costa.

Lettera all’Amministrazione di Salve in data 15 maggio 2006

 

“Esiste un problema su tutti: il rispetto delle regole e  chi ha il compito di vigilare.  Secondo  il responsabile della capitaneria di porto e’ compito di tutti gli agenti di polizia giudiziaria a 360 gradi. Controlli congiunti con le altre forze si rendono necessari affinche’ una violazione in ambito demaniale non rimanga isolata.

La prevenzione deve riguardare differenti aspetti affinche’:

 

  • una  spiaggia libera attrezzata non diventi stabilimento balneare

  • le strutture amovibili stagionali rispettino gli effettivi 10 metri dal piede dunale previsti dal regolamento

  • camper e auto non possano sostare  sulle praterie di gigli

  • controlli circa la destinazione delle acque reflue

  • si sia una equilibriata distribuzione dei turisti  lungo i 7 km di spiaggia istituendo accessi in corrispondenza delle aree  adibite a parcheggio

  • che la % di spiaggia privata non superi il 20% di fronte mare

  • ci sia una rapida rideterminazione del demanio marittimo

  • si conoscano i criteri e il numero di licenze che s’intende concedere

  • si possa contare su un corpo di polizia municipale ausiliaria adeguatamente  istruita  per  meglio interagire con gli altri corpi di polizia giudiziaria e la capitaneria di porto

 

 

Il Comune di Salve con delibera della giunta comunale del   31 marzo 2006 prova a regolamentare le aree destinate a parcheggio in prossimità della costa  e impongono la distanza minima tra un’area parcheggio e l’altra non inferiore a 75 m inoltre  ciascuna area può avere una superficie max pari a 7000 mq. Non sempre queste norme sono state rispettate e ancora esiste il problema dei parcheggi sulle dune.

 

Riteniamo che l’ambiente dunale del territorio di Salve abbia le caratteristiche  per essere tutelato come area SIC  (Sito di Interesse Comunitario).

 

Riguardo alla zona umida non ci sono le condizioni per poter iniziare l’iter legislativo poiché la definizione internazionale di zona umida è stata riconosciuta durante la Convenzione di Ramsar, nel modo seguente: “per zone umide si intendono distese di paludi, di torbiere o di acque naturali o artificiali, permanenti o temporanee, dove l’acqua è stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, ivi comprese distese di acqua marina la cui profondità a marea bassa non superi i sei metri”.
La Convenzione di Ramsar, relativa alle zone umide di importanza internazionale in particolare quali habitat degli uccelli acquatici, è stata firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971 e ratificata in Italia con D.P.R. n. 448 del 13/03/1976 ed entrata in vigore il 14/04/1977; con D.P.R. n. 184 dell’11 febbraio 1987, entrato in vigore il 27 luglio 1987 (G.U. del 7/10/1987) è stata autorizzata l’esecuzione del protocollo di emendamento della Convenzione di Ramsar. Gli stati aderenti si impegnano ad un “saggio utilizzo” di queste aree, indicando con questo termine “uno sfruttamento a vantaggio dell’umanità che, seppure prolungato nel tempo, sia compatibile con il mantenimento delle caratteristiche naturali dell’ecosistema, in modo tale da poter offrire il massimo vantaggio alle generazioni future”.  L’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) ha pubblicato un documento tecnico relativo all’individuazione delle zone umide suddivise in base al rilevamento dell’avifauna acquatica (Baccetti & Serra, 1994)

Non possiamo  immaginare  di richiedere una zona umida  con un’area di  1000 metri quadrati. Finirebbe sicuramente sul Guinnes dei primati come la più piccola zona umida del mondo.

 

Proprio per sottolineare il bene comune della spiaggia chiediamo di consentire il parcheggio gratuito ai residenti durante la stagione estiva.

Occorre  seguire quindi con particolare attenzione l’iter della legge regionale sulla regolamentazione delle attività sul demanio marittimo fino alla dotazione del piano comunale delle coste

 

 

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